Vizi o bisogni del neonato?

08-11-2024

Prendere in braccio il tuo bambino o coccolarlo non è un vizio, ma una risposta ai suoi bisogni primari. Sfatiamo i tabù e riscopriamo il valore del contatto fisico per crescere neonati sereni e amati.

Non prenderlo troppo in braccio perché poi prende il vizio!
Ma lo attacchi ancora al seno?!
Non puoi prenderlo in braccio tutte le volte che piange!
Non dormire insieme a lui, rimarrà sempre nel lettone con voi!

Quante volte abbiamo sentito pronunciare queste frasi da parenti, amici, conoscenti?

Ma è davvero possibile viziare un neonato? O è solo un altro dei tanti stereotipi intrinseci della nostra società?

Il VIZIO è un’abitudine profondamente radicata, che provoca un desiderio quasi morboso di qualcosa che è o può diventare nocivo (definizione da Vocabolari Treccani).

Quindi, riflettendo, cosa ci può essere di nocivo nel comportamento di un genitore che si occupa e preoccupa del suo bambino? In base a cosa definiamo che l’essere tenuto in braccio per essere rassicurato, alimentato, addormentato è viziare un neonato?

La società moderna ha sviluppato il “modello dell’autonomia precoce” e anche se privo di fondamenti scientifici, è il modello a cui i genitori si ispirano e fanno riferimento. Un neonato sin dalla nascita deve sviluppare alcune capacità come il dormire da solo, non piangere, non essere preso in braccio o essere allattato a orari .
Carlos Gonzales (pediatra spagnolo) scrive: “la nostra società, per alcuni aspetti così comprensiva, lo è molto poco nei confronti delle madri e dei bambini”.
I Tabù, della nostra società occidentale, possono essere suddivisi in 3 grandi gruppi:

  • Tabù relativo al pianto: non bisogna preoccuparsi dei bambini che piangono, non prenderli in
    braccio;
  • Tabù relativi al sonno: non addormentare i bambini in braccio o mentre sono allattati, non dormire con loro;
  • Tabù relativi all’allattamento al seno: allatti ancora? Non è troppo grande?

Questi tabù hanno una cosa in comune: proibire il contatto fisico tra madre e neonato.

L’istinto del contatto per decenni è stato oscurato dal concetto di vizio, ignorando tutto ciò che ci è stato tramandato da millenni di evoluzione. Il neonato non è “furbo, capriccioso e viziato” ma semplicemente esprime un bisogno istintivo o primario.

Cosa succede quando prendiamo in braccio o abbracciamo il nostro bambino? L’abbraccio è il principale gesto d’amore dell’essere umano, un gesto di protezione. Attraverso un abbraccio si producono gli ormoni, soprattutto ossitocina ed endorfine. L’ossitocina è l’ormone dell’amore, è il cuore pulsante della vitalità e produce sentimenti di tenerezza, vicinanza, del legame. Le endorfine sono in grado di abbassare la soglia del dolore, aumentare il senso di benessere e di piacere. L’abbraccio, quindi, ha un effetto calmante, rilassa il sistema nervoso, rinforza l’organismo.

Riguardo al bisogno di contatto, è interessante sapere che le ricerche della psicoanalista inglese Sue Gerhardt hanno dimostrato come i bambini che hanno avuto un costante contatto fisico con i genitori, che sono stati spesso tenuti in braccio, che hanno avuto un infanzia caratterizzata da relazioni affettive solide, da adulti, avranno un’abbondanza di recettori per il cortisolo, che è l’ormone che produciamo quando siamo stressati (l’ormone dello stress), ciò significa che possono molto più facilmente gestire situazioni di stress.

Quindi mamme e papà non preoccupatevi…. Prendete il braccio il vostro bambino tutte le volte che volete, coccolatelo, dormite con lui… gli state solo donando amore.

“Regaliamo abbracci ai nostri bambini. Tenerezza. Rassicurazione. Senza paura di viziarli, che le coccole non sono vizi, i vizi sono altri. Anche se vivrei volentieri in una società dove tutti hanno il vizio di amare.” (G. Cozza)

FONTI

  • E se poi prende il vizio?: Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini. Alessandra Bortolotti, ed Il Leone Verde
  • Bésame mucho. Come crescere i vostri figli con amore di Carlos González , G. De Fiore, e al.
  • Un dono per tutta la vita. Guida all’allattamento materno. di Carlos González (Autore), Linda Grilli (a cura di), Paola Cicardi (Traduttore), Giulia Grimoldi (Traduttore), Ed. Il Leone Verde

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